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Memorie di un Gundam Cafe Tour

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Durante le feste ci si sente tutti un pò nostalgici, così via al rispolvero di ricordi, soprattutto quando si tratta di Gundam e di un Giappone momentaneamernte irraggiungibile che continua a cambiare anche senza di noi.
Durante uno dei miei ultimi soggiorni nel Sol Levante, era l'ormai lontano 2014, ne ho approfittato per regalarmi un bel tour dei Gundam Cafe, che allora erano quattro e tutti localizzati nei dintorni di Tokyo.
Da allora Ú stato aperto un nuovo locale ad Osaka, il primo fuori dalla capitale nipponica, mentre quello di Chiba e quello della Stazione di Tokyo hanno chiuso i battenti... Ma vediamo di ricordarci qualcosa.

La mia prima visita al Gundam Cafe di Akihabara, dolce Akihabara, avvenne nel 2011: erano passati pochi mesi dall'incidente nucleare di Fukushima e dal terremoto del Tohoku, e mentre tutti gridavano "Al Cernobyl!" io mi imbarcavo serenamente col buon professor Kabuto per il mio primo Otaku Tour perchÚ la sempre grande mamma Alitalia non ci voleva rimborsare i biglietti, alla faccia de chi ce voleva male (tra cui l'Alitalia, direi). Alla sua entrata c'era uno Zaku, e l'unica cosa che presi fu un Harolatte perchÚ era la cibaria dal prezzo più accessibile.
All'epoca non ero una grande fan di Gundam, conoscevo la serie TV degli anni '70, il "First Gundam" e nulla più.
In questa ultima foto potete vedere la mia tipica espressione "Ma che Ú 'sta cagata?!", che devo ammettere negli anni non Ú cambiata durante i miei avventurosi approcci alle "pietanze" culinarie del luogo.

Ritornai l'anno seguente, dove, ormai gunota d'eccezione e un pò più attenta ai dettagli, scattai molte meno foto (sapete, con l'età si diventa esigenti!). La ferita del Marzo 2011 era ancora viva, ma noi si pensava a Gundam AGE, trasmesso in quel periodo, e a provare il "Pranzo del pilota di Char Aznable", grande fonte di flatulenze grazie all'improbabile salsetta che annegava l'hamburgherino (tra l'altro ottimo, con una cottura meravigliosa), che poi scoprii essere ciò che i giapponesi spacciano per il sugo alla puttanesca.
This is Japan, bitches.

Nel 2014, quindi, forte dell'apertura di nuovi locali dedicati al Demone Bianco e complice uno schedule ben gestito, mi gettai nell'avventura che chiuderà il mio cerchio gundamico tokiota.
Subito scesa dall'aereo, approfittando di una prima sosta forzata a Tokyo prima della partenza per Nagoya, raggiunsi Odaiba per visitare il Gundam Front, che in quei giorni ospitava una magnifica mostra dedicata al trentacinquennale di Gundam.
Lì vicino c'Ú, oltre alla statua gundamica di prossimo smantellamento, il secondo Gundam Cafe di Tokyo.
Lo spazio di questo Cafe era decisamente mal gestito. La maggior parte era dedicata allo shopping, con la varia gadgettistica di rito e tanto spazio vuoto, mentre l'area del Cafe vero e proprio era rintuzzata in un angolo, con posti in piedi e un servizio molto rapido alla cassa: la proposta culinaria ad Odaiba Ú molto ridotta e si limita a snacks e bevande, perchÚ Ú trattata un pò come un'area di transito. Viste le 11 ore di aereo appena trascorse non me la sentivo di strafare, quindi optai per un dolce gunplayaki choco-banana e un Harolatte dalle forme particolari-- In questo periodo infatti, Odaiba era l'unico locale a proporre questi snacks in forma di Zaku.

Ritornai a Tokyo alla fine del mio viaggio, e dedicai un unico giorno al resto di questo particolare tour.
La seconda tappa fu ovviamente quella della Stazione di Tokyo, dove ero appena giunta in Shinkansen da Kyoto.
Questo Cafe era decisamente più ottimizzato negli spazi, ricordando il locale di Akihabara in miniatura. Prima che fosse convertito in fast-food con un menu di hamburgeria e poi chiuso, in questo periodo il menu era concentrato sulla pasta.
Consapevolmente, e decisa a ordinare un menu a tema Zeon, mi buttai sulla pancetta affumicata denominata "L'Onore delle Armi di Dozle"-- Leggera e pesante al tempo stesso!
La notizia della sua recente chiusura mi ha parecchio amareggiata-- Era in una posizione facile da raggiungere grazie all'enorme scalo che costituisce la stazione di Tokyo per gli Shinkansen, e il suo recente rinnovo mi aveva davvero incuriosita... E vabbeh, niente "Daniel Burger" per me.

Ma il mio cruccio più grande Ú stato sicuramente la chiusura del locale a Chiba.
Situato in un piano completamente otaku-oriented di un centro commerciale, offriva spazi grandi, un buon menu e tanta interessante gadgettiglia, tra cui dei gashapon che nel resto di Tokyo non si trovavano già più (e forse era già da interpretare come un indice di collasso)!
In questo Cafe mi regalai, come sostanziosa cena, un delizioso curry con manzo, cipolle e funghi dedicato a "Il Discorso di Gihren"-- E questo una volta tornata a casa me lo sono rifatto un paio di volte!

Insomma, il Giappone ci affascina per questa idea di una società moderna che vive e convive con le sue tradizioni, che consideriamo parte del suo fedele esotismo-- Tuttavia, la sua frenesia economica e i repentini cambi sociali rischiano di lasciare noi italiani, fondamentalmente nostalgici e abitudinari, molto delusi... Fortunatamente, la chiusura di uno spazio o la fine di un evento coincidono anche con delle novità e delle decise ottimizzazioni-- Quindi, avanti, Innovators! Al prossimo anno che ci aspetta!

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